Sorse nel 1920, in occasione della partecipazione ai giochi olimpici di Anversa: esordì il 28 agosto dello stesso anno al La Butte di Bruxelles contro la Danimarca vincendo per 1-0 con gol di Patricio, che divenne primo marcatore della storia della sua nazionale, la cui prima formazione era la seguente: Zamora, Samitier, Sesúmaga, Otero, Arrate, Belauste, Pichichi, Acedo, Eguiazábal, Patricio e Pagaza.
La selezione spagnola conquistò la medaglia d’argento vincendo il minitorneo per assegnare le medaglie di argento e bronzo che si disputò dopo la squalifica della Cecoslovacchia, che abbandonò la finale con il Belgio. Nel 1921 la Spagna disputò la prima partita internazionale in casa, battendo il Belgio 2-0 a Bilbao. Nel 1929 si fregiò anche del prestigio di essere stata la prima squadra non britannica ad aver battuto l’Inghilterra, con una vittoria a Madrid per 4-3.
La Spagna comunque non partecipò ai Mondiali del 1930, ma fece il suo esordio nella competizione soltanto ai mondiale del 1934. Qui raggiunse i quarti di finale, dove fu sconfitta per 1-0 dall’Italia nella gara di ripetizione, dopo che il primo incontro si era concluso con il risultato di 1-1.
Al mondiale del 1950 ottenne il quarto posto. Dopo un periodo di crisi si qualificò per l’europeo del 1960. Dopo aver superato il primo turno e aver battuto per 7-2 la Polonia agli ottavi di finale, la Spagna si rifiutò per motivi politici, su pressione del dittatore Francisco Franco, di competere contro l’Unione Sovietica, che fu la vincitrice di quell’edizione.
Passata sotto la gestione di José Villalonga, la Spagna prese parte al campionato del mondo 1962 in Cile, ma fu eliminata nella prima fase contro Brasile, Cecoslovacchia e Messico. Nel campionato europeo del 1964, giocato in casa, la Spagna poteva contare su una grande squadra, composta, tra gli altri, da Luis Suárez, Francisco Gento, Josep Fusté, Amancio Amaro e José Ángel Iribar. Quella compagine, che nelle qualificazioni aveva superato Romania, Irlanda e Irlanda del Nord, eliminò in semifinale la temibile Ungheria battendola per 2-1 e conquistò il primo trofeo della storia calcistica spagnola sconfiggendo l’Unione Sovietica per 2-1 nella finale di Madrid davanti a 125.000 persone che gremivano il Santiago Bernabéu. Jesús María Pereda portò in vantaggio la formazione di casa dopo appena 6 minuti di gara, ma la Spagna necessitò di un gol di testa negli ultimi minuti di Marcelino Martínez per vincere, dato che Galimzjan Chusainov aveva pareggiato su calcio di punizione. La vigilia della partita fu carica di tensioni politiche, dovute ai fatti di quattro anni prima.
Al campionato d’Europa 1976 la Spagna, dopo aver sconfitto Romania, Scozia e Danimarca, fu eliminata ai quarti di finale. Ad Argentina ’78 tornò a disputare la fase finale di un Mondiale dopo dodici anni. La squadra iberica si era qualificata alla fase finale grazie al primo posto nel girone con Jugoslavia e Romania, ottenuto vincendo a Siviglia contro gli jugoslavi e battendo in trasferta entrambe le avversarie, rendendo ininfluente la sconfitta patita a Bucarest. In Argentina fu sorteggiata nel girone C con Brasile, Austria e Svezia. Persa la partita con gli austriaci (1-2), pareggiò per 0-0 la partita con i verdeoro, ricordata per un incredibile errore a porta vuota di Julio Cardeñosa. Nell’ultimo match contro la Svezia vinse per 1-0, ma il successo non bastò per superare il turno.
Il mondiale 1982 si giocò in Spagna e per la prima volta nella storia del torneo vide la partecipazione di 24 squadre. Malgrado le grandi aspettative riposte sulla nazionale di casa, le Furie Rosse guidate da José Santamaría non riuscirono a lasciare il segno. Superata a fatica la prima fase a gironi (un pari, una vittoria e una sconfitta: 1-1 con l’Honduras, 2-1 con la Jugoslavia e 0-1 con l’Irlanda del Nord, la Spagna fu inserita nel gruppo B della seconda fase insieme a Germania Ovest e Inghilterra. Fu eliminata dopo la sconfitta (1-2) contro i tedeschi occidentali e il pareggio a reti inviolate contro l’Inghilterra. Santamaría fu esonerato al termine del mondiale.
Gli anni novanta cominciarono con la nomina di Luis Suárez a CT. L’ex bandiera dell’Inter chamò in squadra molti giovani, da Manuel Jiménez Jiménez a Genar Andrinua a Martín Vázquez. Qualificatasi con facilità al campionato del mondo 1990 vincendo il girone con Irlanda, Ungheria, Irlanda del Nord e Malta, in Italia fu messa di fronte a Belgio, Uruguay e Corea del Sud nel gruppo E. Pareggiò a reti bianche contro gli uruguaiani e poi vinse sia contro gli asiatici (3-1) sia contro i belgi (2-1), che l’avevano sconfitta quattro anni prima in Messico. Agli ottavi di finale, però, fu eliminata dalla Jugoslavia (2-1), non riuscendo quantomeno a ripetere il piazzamento del 1986.
Euro 2000
Sorteggiata in un girone abbordabile con Israele, Cipro , Austria e San Marino nel gruppo 6 delle qualificazioni europee al campionato d’Europa 2000, la Spagna perse clamorosamente all’esordio contro Cipro (3-2) a Larnaca. Clemente lasciò l’incarico “per il bene dei giocatori e del calcio spagnolo” e fu sostituito da José Antonio Camacho, che debuttò con una vittoria in rimonta per 2-1 contro Israele. A Valencia, nella partita successiva, la Spagna travolse per 9-0 l’Austria e si ripeté contro i sammarinesi (6-0 e 9-0). Dopo un’altra vittoria (3-1) in casa degli austriaci, gli spagnoli vendicarono la sconfitta di Larnaca con un roboante 8-0 contro i ciprioti a Badajoz. La vittoria finale contro Israele (3-0) concluse un girone giocato alla grande dagli iberici. Guidata da stelle del calibro di Raúl, Fernando Morientes e Juan Carlos Valerón, in Belgio e Paesi Bassi la Spagna fu inserita nel gruppo C. Perse per 1-0 contro la Norvegia anche per via di un errore del portiere Molina, che lasciò il posto di titolare a Cañizares. Poi vinse per 2-1 contro la Slovenia e per 4-3 contro la Jugoslavia (rimontando il 2-3 tra il quarto e il quinto minuto di recupero), vincendo il girone e accedendo ai quarti. Qui fu eliminata dalla Francia, che la batté per 2-1. Raúl fallì un rigore negli ultimi minuti del match.Arrivata seconda alle spalle della Grecia nelle qualificazioni al campionato d’Europa 2004, la Spagna sconfisse la Norvegia ai play-off e volò in Portogallo, dove era tra le favorite per la vittoria finale. Finita nel Gruppo A con i padroni di casa del Portogallo, la Russia e la Grecia, era pronosticata come vincitrice del girone. Il 12 giugno le Furie Rosse esordirono contro la Russia e vinsero prevedibilmente per 1-0, ma quattro giorni dopo incapparono in un pareggio (1-1) a posteriori fatale contro la Grecia (che avrebbe vinto a sorpresa la competizione), contro la quale la Spagna sfiorò più volte il raddoppio e venne punita dall’unico tiro in porta degli ellenici. Nell’ultima giornata del girone gli spagnoli persero per 1-0 contro il Portogallo, che si portò in testa al girone, mentre una sconfitta per 2-1 con la Russia premiava comunque la Grecia che, a parità di punti e differenza reti, passava per il maggior numero di reti segnate. Il risultato fu un’amara eliminazione al primo turno.
Al campionato d’Europa 2008, sospinta dai gol di David Villa, la formazione allenata da Aragonés vinse il proprio raggruppamento davanti a Russia, Svezia e Grecia con tre vittorie (rispettivamente 4-1, 2-1, 2-1), qualificandosi per i quarti di finale, dove batté l’Italia dopo i tiri di rigore (0-0 dopo i tempi supplementari). In semifinale ebbe la meglio ancora contro i russi, battuti nettamente per 3-0. Nella sua prima finale dopo 24 anni affrontò la Germania e vinse per 1-0 grazie al gol di Fernando Torres, tornando a vincere il torneo dopo 44 anni di attesa. Il centrocampista Xavi fu eletto miglior giocatore del torneo e l’attaccante David Villa fu capocannoniere con 4 gol. La vittoria in campo europeo issò la Spagna al primo posto della Classifica mondiale della FIFA del luglio 2008 superando l’Italia, l’Argentina e il Brasile in un colpo solo; questa fu la prima volta in vetta per le Furie Rosse dall’introduzione del sistema di classificazione per le Nazionali di calcio nel 1993.
Nell’autunno 2009, la Spagna ottenne il biglietto per la rassegna iridata col lusinghiero bottino di 10 vittorie in altrettante gare della fase eliminatoria.[15] Il ranking Fifa dell’anno la posizionò, inoltre, come la miglior squadra del 2009 con 1 627 punti in graduatoria. Il torneo in Sudafrica si aprì, incredibilmente, con una sconfitta: la Svizzera piegò infatti gli iberici di misura. La qualificazione per gli ottavi venne comunque raggiunta grazie alle vittorie su Honduras (2-0) e Cile. Nella fase a eliminazione diretta, un gol di Villa (già autore della doppietta ai centramericani) fu sufficiente per battere il Portogallo; l’attaccante si ripeté nei quarti, dando la vittoria contro il Paraguay. Entrata così nella top 4 per la prima volta dal 1950, la Roja regolò in semifinale la Germania con una rete di Puyol. Alla prima finale mondiale della sua storia, la Spagna affrontò l’Olanda: il risultato di partenza (0-0) si trascinò fino ai supplementari, quando la marcatura di Iniesta risolse la contesa. Gli iberici aggiunsero al loro palmarès una storica Coppa del mondo, risultando al contempo la prima formazione europea a conquistare il titolo al di fuori dei confini continentali.
La Spagna si qualifica per Euro 2012 da prima nel gruppo I delle qualificazioni con 8 vittorie su 8 partite giocate, dopo aver sconfitto Rep. Ceca, Scozia, Lituania e Liechtenstein per passare al torneo principale, da campioni in carica.
La Spagna viene sorteggiata nel Gruppo C nella fase a gironi, al fianco di Italia, Croazia e Irlanda. I campioni in carica hanno aperto il girone con la gara contro l’Italia il 10 giugno 2012. Gli azzurri hanno preso il comando nel secondo tempo della partita, grazie al gol al 61′ di Antonio Di Natale, che ha sostituito l’altro attaccante Mario Balotelli. Tre minuti più tardi la Spagna trova il gol del pari con la rete di Cesc Fàbregas, su assist di David Silva, che insacca in rete spiazzando Gianluigi Buffon. La seconda gara del girone vede la Roja contro l’Irlanda dell’italiano Giovanni Trapattoni. Iberici in vantaggio già al 4′: la conclusione di Fernando Torres è secca e potente e si insacca sotto il tetto della rete. Al 4′ della ripresa arriva, implacabile, il raddoppio di Silva, bravo a trovare l’angolino basso in mezzo a una selva di gambe dopo una respinta di Given su tiro di Iniesta. L’incontro è ormai deciso: Torres al 70′ realizza il tre a zero mettendo a segno la doppietta personale, mentre il quarto e ultimo sigillo porta la firma di Fábregas all’ 82′ appena subentrato proprio all’attaccante del Chelsea.
Nei quarti di finale, il 23 giugno, la Spagna incontra la Francia, e spezza il tabù che la voleva mai vincente contro la Francia in competizioni ufficiali: alla Donbass Arena di Donetsk gli iberici passano per 2-0, grazie alla doppietta di Xabi Alonso. La Spagna pressa moltissimo e induce a tante palle perse sulla trequarti, e quando riparte fa malissimo. Dopo un’azione dubbia di Clichy ai danni di Fabregas in area di rigore al 6′ (Rizzoli non dà il rigore, giustamente), la Spagna passa al 19′: gran palla di Iniesta, per Jordi Alba che si libera di Revelliere e mette palla al centro, la zuccata di Xabi Alonso (alla sua partita numero 100 con la Roja) vale l’1-0.
Nel finale del 1º luglio, la Spagna affronta nuovamente l’Italia. Le Furie Rosse vincono ancora, battono gli Azzurri 4-0 nella finalissima di Kiev e portano a casa Euro 2012.