Nazionale di calcio del Brasile

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La nazionale brasiliana nacque nel 1914 e giocò la sua prima partita contro la squadra inglese dell’Exeter City allo Stadio das Laranjeiras di Rio de Janeiro, sede del Fluminense. I verdeoro vinsero per 2-0 con reti di Oswaldo Gomes e Osman, anche se secondo altre fonti la partita terminò con il risultato di 3-3. La prima formazione del Brasile era la seguente: Nélson I, Pennaforte, Alemão, Mica, Nesi, Dino I, Paschoal, Torteroli, Nilo, Coelho, Amaro. La squadra disputò poi varie amichevoli, con l’Argentina (perdendo per 3-0), con il Cile (la prima nel 1916) e con l’Uruguay (la prima il 12 luglio 1916). La selezione brasiliana dovette attendere il 1928 per giocare contro squadre europee, il Motherwell, compagine scozzese sconfitta per 5-0 il 24 giugno, e gli ungheresi del Ferencváros. Guidata dal prolifico attaccante Arthur Friedenreich, la Seleçao vinse poi il campionato sudamericano del 1919 e del 1922.

Le prime apparizioni al campionato del mondo, tuttavia, non ebbero successo, in parte a causa delle lotte interne al calcio brasiliano circa il professionismo, che resero la confederazione calcio brasiliana incapace di schierare squadre con i migliori giocatori. In particolare le dispute tra le federazioni degli stati di San Paolo e Rio de Janeiro fecero sì che le squadre fossero composte solo da giocatori provenienti da una sola delle suddette federazioni. Nel 1930, in Uruguay, e nel 1934, in Italia, il Brasile venne eliminato al primo turno dal mondiale. Nel primo caso batté la Bolivia e perse contro la Jugoslavia; nel secondo caso perse contro la Spagna. Nel 1938, in Francia, ottenne, però, un importante terzo posto, con Leônidas capocannoniere, con 7 reti. Durante il campionato del mondo del 1938 il Brasile, unica squadra sudamericana a partecipare alla competizione, incontrò l’Italia in semifinale e fu sconfitto per 2-1 dagli italiani futuri campioni del mondo, con conseguente eliminazione dal torneo. La fine del decennio seguente vide la squadra ottenere la vittoria al campionato sudamericano del 1949.

Gli anni d’oro con Pelé (1958-1970)
Nel 1950 il Brasile ospitò per la prima volta il mondiale, prima edizione del torneo a svolgersi dopo la seconda guerra mondiale. Questa edizione ebbe la particolarità di essere l’unica a non prevedere una finale secca, ma un girone finale composto da quattro squadre; tuttavia, l’incontro decisivo per l’assegnazione del titolo vide di fronte Brasile e Uruguay e pertanto venne quasi unanimemente considerata la “finale”. La partita si disputò allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro davanti a duecentomila spettatori: al Brasile sarebbe bastato un pareggio per laurearsi campione, ma dopo essere passato in vantaggio per 1-0, non accontentandosi del gol di scarto, continuò ad attaccare e incassò così prima il pareggio di Schiaffino e poi il definitivo gol del 2-1 di Ghiggia. A causa della disfatta, all’incontro fu dato il nome di Maracanazo (in portoghese Maracanaço) e in Brasile furono proclamati tre giorni di lutto nazionale. Ai campionato mondiale del 1954, disputatosi in Svizzera, la nazionale brasiliana fu completamente rinnovata, ma, nonostante potesse contare su campioni quali Nílton Santos, Djalma Santos, Julinho e Didi, non andò molto lontano: fu infatti eliminata ai quarti di finale dalla favorita Ungheria, che vinse per 4-2 una delle più violente partite della storia del calcio, che sarebbe poi diventata famosa con il nome di battaglia di Berna.

Nel 1958 il Brasile vinse per la prima volta il titolo mondiale battendo in finale i padroni di casa della Svezia per 5-2, diventando la prima nazionale a vincere un mondiale fuori dai confini continentali (l’impresa sarebbe poi stata ripetuta nel 2002 in Asia). Da notare, in questa edizione, l’affacciarsi sulla scena del calcio internazionale di Pelé, che da lì a poco sarebbe diventato secondo molti il miglior calciatore della storia, all’epoca appena diciassettenne e autore, proprio nella finale, di un gol ritenuto fra i più belli di sempre.

Ai mondiali del 1974 la nazionale verdeoro inizia la competizione con uno zero a zero con la Jugoslavia e il medesimo risultato viene ottenuto con la Scozia. Batte poi lo Zaire per 3-0 e conclude così il girone con le due squadre con cui aveva pareggiato a quattro punti. In virtù di una differenza reti migliore degli scozzesi (3-2) arriva seconda e si qualifica alla seconda fase a gironi. Qui batte per 1-0 la Germania Est e per 2-1 l’Argentina e va a giocarsi l’accesso alla finale con i Paesi Bassi con i quali era a pari punti (4). Viene però sconfitta per 2-0 e deve accontentarsi della finalina per il terzo e quarto posto dove sarà battuta dalla sorprendente Polonia per 1-0.

L’edizione del 1978 fu decisamente controversa. Nella seconda fase il Brasile si contendeva con l’Argentina padrona di casa il primo posto nel girone che avrebbe garantito l’accesso alla finale. Nell’ultima partita di questa fase, il Brasile batté la Polonia 3-1 andando in vetta con una differenza reti di +5. L’Argentina aveva una differenza reti di +2, ma nella loro ultima partita del girone sconfissero il Perù per 6-0 qualificandosi per la finale. Notevoli sospetti gravarono sul portiere peruviano Ramón Quiroga, di origini argentine, reo secondo alcune voci di avere lasciato segnare l’Argentina senza opporre la dovuta resistenza, ma entrambe le rappresentative smentirono le ipotesi di possibili complotti. Il Brasile non poté quindi prendere parte alla finale nonostante fosse l’unica squadra imbattuta del torneo.

Al Mondiale 1982 i verdeoro arrivarono in modo autorevole, vincendo tutte e quattro le partite del gironcino sudamericano con Venezuela e Bolivia.[14] In Spagna destarono un’ottima impressione, esprimendo un gioco pregevole con talenti come Zico, Falcão, Eder e Sócrates, che formavano una delle squadre più forti della storia. Il CT Telê Santana, infatti, riuscì a far esprimere al meglio i suoi campioni con un impianto di gioco iperoffensivo. I sudamericani superarono agevolmente la prima fase a gironi, sconfiggendo in rimonta Unione Sovietica (2-1) e Scozia (4-1) e travolgendo la Nuova Zelanda (4-0 con tutti i titolari in campo, nonostante la qualificazione fosse già stata ottenuta). Nel secondo turno furono inseriti in un girone di ferro con Argentina e Italia. Nella prima partita sconfissero per 3-1 i campioni del mondo in carica dell’Argentina, reduci dalla sconfitta (1-2) contro gli italiani, e li estromisero dal torneo. A quel punto, in virtù di una differenza reti favorevole, ai verdeoro sarebbe stato sufficiente un pareggio per accedere alla semifinale. Contro l’Italia, però, il Brasile uscì battuto, dopo una brillante partita giocata da entrambe le squadre. Paolo Rossi segnò una tripletta che affossò i favoriti brasiliani. Ancora una volta si mise in luce la vocazione all’attacco dei brasiliani che, malgrado bastasse un pareggio, continuarono ad attaccare sul risultato di 2-2, consentendo così all’Italia, poi vincitrice della coppa, di trovare varchi e segnare il definitivo 3-2.

Novembre 19, 2021