Portieri

Dati biografici
NomeLuis Miguel Arconada Echarri
Luis Miguel Arkonada Etxarri
Paese Spagna

Ha giocato nel Lengokoak, squadra della sua città natale, dalla quale fu comprato dalla Real Sociedad nel 1970. Dopo essersi fatto le ossa per varie stagioni nel San Sebastián CF, squadra satellite della Real Sociedad, fu promosso nella prima squadra della Real Sociedad nel 1974 appena compiuti i 20 anni di età.Dal 1976 Arconada fu per 13 anni padrone indiscutibile della porta della squadra di San Sebastián. Malgarado fosse considerato uno dei migliori portieri del mondo nella sua epoca, fu sempre fedele alla Real Sociedad, nella quale portò a termine tutta la sua carriera professionale. Giocò un totale di 551 partite ufficiali con la Real Sociedad, 414 delle quali nella Liga spagnola. Partecipò ai più importanti successi della storia di questo clubo, vincendo con esso tutti i titoli del suo palmarès.Fu vicecampione della Liga nel 1980 e batté un record di imbattibilità che resta ancora vigente nel Campionato di calcio spagnolo e grazie a quel primato, vinse il suo primo Trofeo Zamora. Nelle due stagioni successive arrivarono i due titoli di Liga della Real e a livello personale altri due Trofei Zamora. Nel 1983 la Real vinse la prima Supercopa de España, mentre nella Coppa dei Campioni del 1982-83 arrivò alle semifinali dove fu eliminata dal futuro campione, l’Amburgo SV.
In tutta la sua carriera, Arconada fu colpito solo da una lesione grave, che si verificò nella prima giornata di Liga della stagione 1985-1986 e che gli fece perdere l’intero campionato. Il suo ruolo nella squadra fu ricoperto con notevole bravura da parte di un giovane portiere, Agustín Elduayen. L’anno seguente Elduayen firmò per l’Atlético de Madrid e Arconada riprese il posto da titolare. Palmarès secondo posto agli Europei del 1984 in Francia.

Dati biografici
Nome
Paese

Andoni Zubuzarreta Urreta
Spagna



Nato nei Paesi Baschi della Spagna, cominciò a giocare nell’Aretxabaleta, squadra della sua città, a 16 anni nel 1977, per trasferirsi poi all’Alavés per la stagione 1979-80.Trasferitosi all’Athletic Bilbao, la maggior squadra dei Paesi Baschi, fu tra i protagonisti della grande squadra guidata da Javier Clemente. Dopo il suo esordio in “Primera” non ancora ventenne, il 19 settembre 1981, vinse due campionati consecutivi con la maglia biancorossa dell’Athletic, nel 1982-83 e 1983-84, la Coppa del Re 1984 e la Supercoppa spagnola 1985.Inoltre il 23 gennaio 1985 disputò la sua prima partita con la nazionale spagnola contro la Finlandia, giocando poi i mondiali del 1986. Considerato il miglior portiere spagnolo dell’epoca, passò al Barcellona.Conquistò la sua seconda Coppa del Re nel 1988, poi con l’avvento dell’allenatore olandese Johan Cruyff nel 1989 iniziò a delinearsi una delle squadre più forti di tutti i tempi. Zubizarreta, pur rimanendo fra i migliori portieri al mondo, era costretto dal gioco molto propenso all’attacco del tecnico olandese a giocare sempre più spesso di piede, suo punto debole.Nel 1990 disputò con la nazionale spagnola il suo secondo mondiale, senza molte fortune, mentre con il Barcellona si tolse parecchie soddisfazioni: 4 titoli nazionali consecutivi fra il 1991 e il 1994, la Coppa dei Campioni conquistata a scapito della Sampdoria nel 1992, oltre alla Coppa del Re (la sua terza) nel 1990 e la Supercoppa Europea nel 1989. Da non dimenticare nemmeno le due Supercoppe spagnole vinte in azulgrana nel 1992 e 1993.A livello di club disputò 622 partite di campionato in Primera, con il record di essere stato il primo giocatore a superare i 50.000 minuti di gioco nella massima divisione spagnola. Ha vinto inoltre il premio “Zamora” nella stagione 1986-87 (premio assegnato al portiere della massima serie spagnola che ha subito il minor numero di reti).Nonostante ciò rimase il portiere titolare della nazionale spagnola ai mondiali americani e giocò altre quattro stagioni ad altissimo livello, chiudendo la carriera dopo il suo quarto mondiale anche a causa di una clamorosa “papera” che si trasformò in autorete che costò alla Spagna la sconfitta contro la Nigeria. In nazionale collezionò 126 partite, di cui 16 ai mondiali, subendo un totale di 103 reti.Palmarès secondo posto agli Europei del 1984 in Francia,Campionato spagnolo: 6 Athletic Bilbao:1982/1983 193/1984,Barcellona 1990-1991, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994,Coppa di Spagna: 3 Athletic Bilbao: 1983-1984, Barcellona 1987/1988,1989/1990,Supercoppa di Spagna: 3,Athletic Bilbao 1984,Barcellona 191,1992,Competizioni internazionali Coppa delle Coppe: 1,Barcellona: 1988-1989,Coppa dei Campioni: 1 Barcellona: 1991-1992 ,Supercoppa UEFA: 1 Barcellona: 1992, Coppa Intertoto: 1 Valencia: 1998.

Dati biografici
NomeDino Zoff
Altezza182 cm
Peso81 kg

Dino Zoff (Mariano del Friuli, 28 febbraio 1942) è un allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere. Campione europeo nel 1968, campione mondiale nel 1982 e vice-campione mondiale nel 1970 con la Nazionale italiana. Nel 2004 Pelé ha incluso il suo nome nei FIFA 100, l’elenco dei 125 migliori giocatori viventi. Inoltre è stato l’unico giocatore italiano nella storia a vincere sia il campionato europeo di calcio che quello mondiale.Reputato uno dei portieri più abili nella storia del calcio, è il vincitore più anziano della Coppa del mondo, vinta nel 1982, all’età di quarant’anni, come capitano della Nazionale italiana. Occupa la 49ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.Nel 2004, per celebrare il proprio 50º anniversario, l’UEFA invitò ogni federazione nazionale ad essa affiliata di indicare il proprio miglior giocatore dell’ultimo mezzo secolo. La scelta della FIGC ricadde su Zoff, designato quindi Golden Player dall’UEFA.È l’unico giocatore italiano ad aver ottenuto sia il titolo di campione europeo sia quello di campione del mondo a livello di Nazionale. Inoltre detiene il record mondiale d’imbattibilità per squadre nazionali , non avendo subito reti per 1142 minuti consecutivi; il record ebbe inizio il 20 settembre 1972, quando Zoff incasso’ una rete al 72° nella vittoria degli azzurri contro la Jugoslavia per 3-1, e termino’ il 15 giugno 1974, in seguito ad un gol realizzato da Emmanuel Sanon al 46° nella gara valevole per la fase finale dei mondiali di Germania del 1974 contro Haiti, vinta dalla nazionale italiana per 3-1.Club.
Cresciuto nella Marianese, dopo essere stato in un primo tempo bocciato ai provini per l’allora bassa statura si affacciò nel calcio professionistico a 19 anni grazie all’Udinese, squadra nella quale esordì in Serie A il 24 settembre 1961 in Fiorentina-Udinese 5-2, battuto da due doppiette di Aurelio Milani e di Kurt Hamrin in una gara in cui il Corriere dello Sport non gli diede colpe per i gol, frutto di due tiri violenti di Milani e tre tiri che il quotidiano definì assolutamente imparabili. Estremo difensore di sicura affidabilità e freddezza, Zoff divenne titolare della squadra friulana nella successiva stagione in Serie B.
Il Mantova riportò per 30 milioni di lire nel 1963 il portiere in serie A e lo tenne fino al 1967, anno del passaggio al Napoli e dell’arrivo in Nazionale.Arrivò al Napoli alla mezzanotte dell’ultimo giorno di calciomercato, per 120 milioni di lire più la vendita del cartellino di Claudio Bandoni, grazie all’aiuto di Alberto Giovannini, direttore del quotidiano Roma, allora di proprietà di Achille Lauro, proprietario anche del Napoli; il giornalista, con l’aiuto di Bruno Pesaola e all’insaputa di Lauro, finse di essere il presidente della squadra.Difese la porta della squadra partenopea per 143 incontri, prima di essere ceduto alla Juventus; vi disputò tutte le gare ininterrottamente, dalla gara di debutto, in casa, il 24 settembre 1967, Napoli-Atalanta 1-0, prima giornata del campionato 1967-1968,alla sconfitta a Milano del 12 marzo 1972 contro l’Inter per 2-0, ventunesima giornata del campionato 1971-1972.
Nello stesso anno fu ingaggiato dalla Juventus per difenderne la porta: fino alla fine della stagione 1982-1983 non avrebbe più saltato una partita di campionato. Al sodalizio sportivo con la Juventus sono, inoltre, legate tutte le vittorie con squadre di club, sia come giocatore che come allenatore: in undici stagioni da portiere vinse per sei volte il titolo di campione d’Italia (1972-1973, 1974-1975, 1976-1977, 1977-1978, 1980-1981, 1981-1982), due Coppe Italia (1978-1979, 1982-1983) ed una Coppa UEFA (1976-1977).La sua attività, al termine della stagione 1982-1983, si concluse un po’ amaramente, non tanto per la mancata riconquista dello scudetto o per le delusioni riportate con la Nazionale (che infatti non parteciperà all’Europeo del 1984) dopo il trionfo mondiale, quanto per la mancata conquista, con la Juventus, della Coppa dei Campioni, unico grande trofeo che gli sia mancato; con questa contava di suggellare il suo addio al calcio giocato, consapevole della forza della sua squadra.
Dati biografici
NomeEnrico Albertosi
Altezza182 cm
Peso77 kg

Enrico Albertosi crebbe calcisticamente tra i dilettanti dello Spezia dove rimase fino al 1958 dopo aver debuttato in prima squadra in casa, allo stadio Alberto Picco, contro una società che fu grande: la Novese. Nel 1958 fu acquistato dalla Fiorentina. Esordì in Serie A nel campionato 1958-1959, il 18 gennaio in AS Roma-Fiorentina 0-0, anche se i primi cinque campionati in viola li trascorse come riserva di Giuliano Sarti, giocando in totale solo 30 partite. Con il trasferimento di Sarti all’Inter divenne titolare e tale rimase per altre cinque stagioni, fino al 1968, quando lasciò la squadra viola per trasferirsi al Cagliari.Con la Fiorentina vinse due Coppe Italia (1960-1961 e 1965-1966), nonché la prima edizione della Coppa delle Coppe (1960-1961, cui la Fiorentina aveva partecipato quale finalista dell’edizione di Coppa Italia 1959-1960, causa rinuncia della Juventus).Il trasferimento al Cagliari avvenne proprio alla vigilia della stagione che avrebbe visto la Fiorentina vincere lo scudetto (1968-1969); Albertosi tuttavia divenne campione d’Italia con la squadra sarda nel 1970, stabilendo nell’occasione il record del minor numero di reti subìte in un campionato a 16 squadre (11 goal). Rimase poi al Cagliari altre quattro stagioni, prima di venir ceduto al Milan.
Nelle sei stagioni trascorse a Milano Vinse la sua terza Coppa Italia (1976-1977) e, soprattutto, il suo secondo scudetto (1978-1979) che per il Milan fu decimo, quello della stella. Rimase coinvolto nel famoso scandalo cosiddetto del “calcio scommesse” del 1980, a seguito del quale numerosi calciatori ricevettero squalifiche, anche pesanti: dopo 532 partite in serie A fu squalificato per due anni a decorrere dal 30 aprile 1980 (e il Milan fu condannato alla retrocessione in Serie B). Disputò la sua ultima partita in serie A il 10 febbraio 1980 a San Siro contro il Perugia, all’età di 40 anni, 3 mesi e 8 giorni.Scontata la squalifica nel 1982, fu ingaggiato dalla squadra semiprofessionistica marchigiana dell’Elpidiense, con la quale giocò due campionati di serie C2 prima del definitivo ritiro avvenuto nel 1984 a quasi 45 anni.
Albertosi esordì in Nazionale quando ancora non era titolare fisso nella Fiorentina: il suo battesimo azzurro avvenne nello stadio di casa, a Firenze, il 15 giugno 1961 in Italia-Argentina 4-1. All’epoca dell’esordio in Nazionale A aveva tuttavia già giocato due partite nella Giovanile,nella quale aveva esordito il 2 novembre 1960.Dopo l’esordio, avrebbe vestito nuovamente la maglia azzurra quattro anni dopo, nel corso degli ultimi incontri del girone di qualificazione al campionato mondiale di calcio 1966 e, successivamente, sarebbe stato titolare nella Nazionale che si recò in Inghilterra per la fase finale del mondiale. In questa partecipazione si trovò quindi a far parte della squadra sconfitta dalla Corea del Nord nella celebre partita (Italia-Corea del Nord 0-1) che costò l’eliminazione all’Italia.
Giugno 18, 2023