Il 28 febbraio 1904 viene fondato a Lisbona lo Sport Lisboa, che adotta come colori sociali il rosso e il bianco, il simbolo dell’aquila, e il motto, E pluribus unum. Tra i fondatori c’è Cosme Damião, che sarà ricordato come uno dei principali artefici della nascita del Benfica, oltre che il suo primo allenatore. Poco dopo, il 26 luglio 1906, nasce un altro club, il Grupo Sport Benfica; questo ha una ruota di bicicletta nel simbolo in quanto è dedito principalmente al ciclismo. Lo Sport Lisboa e Benfica nasce nel 1908 in seguito alla fusione di queste due società: il nuovo sodalizio prende dallo Sport Lisboa la data di fondazione, i colori ed il motto, mentre il simbolo diviene quello attuale, con l’aquila, lo scudo bianco-rosso e la ruota di bicicletta. Negli anni a seguire al club vengono aggiunte altre sezioni, che diventa così una polisportiva. La neonata squadra non può far altro che partecipare al campionato regionale, non esistendo ancora in Portogallo un torneo calcistico nazionale. Ottiene la prima vittoria nella competizione nel 1910, ma nel tempo i successi diventeranno dieci. Nel 1927 si registra la prima partecipazione al Campeonato de Portugal, che è l’antenato dell’odierna Taça de Portugal: la squadra si ferma alla semifinale, ma in seguito vince questa manifestazione per tre volte, nel 1930, nel 1931 e nel 1935. Finalmente, nel 1934 nasce l’attuale campionato nazionale: il Benfica si classifica subito al terzo posto, ma il primo titolo arriva già nella stagione successiva. Questo accade sotto la guida dell’ungherese Lippo Hertzka, che vince anche i due campionati seguenti e che rimane fino al 1939. Viene quindi sostituito dal suo connazionale János Biri, che conquista tre Taça de Portugal ed altrettanti scudetti. Centra inoltre il primo double nel 1942-1943, quando Julinho è capocannoniere. Il 3 maggio 1949, invece, gli Encarnados sono l’ultimo avversario del Grande Torino: la partita, un’amichevole il cui incasso viene devoluto in beneficenza, si gioca a Lisbona per celebrare l’addio al calcio del capitano Francisco Ferreira. Finisce 4-3 per i padroni di casa, ma il giorno successivo, sulla via del ritorno, l’aereo dei granata si schianta contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga, causando la morte di tutte le persone che si trovano a bordo. Gli anni cinquanta si aprono con il primo trofeo internazionale vinto da una squadra portoghese, la Coppa Latina, conquistata dopo aver sconfitto la Lazio in semifinale e il Bordeaux in finale. In panchina c’è Ted Smith, mentre in campo figurano tra gli altri Arsénio Duarte e Rogério Lantres de Carvalho. La squadra vince poco dopo anche il settimo titolo, il primo del dopoguerra, mentre le tre successive annate portano altrettante Coppe nazionali. Il Benfica torna al successo nella Primeira Divisão 1954-1955, oltretutto centrando il secondo double, in quella che è la prima stagione disputata nel nuovo stadio, l’Estádio da Luz. È la prima col nuovo allenatore, Otto Glória, che promuove una modernizzazione della struttura del club. Nuova accoppiata campionato e Coppa nell’annata successiva, quando i lusitani arrivano nuovamente alla finale della Coppa Latina: sono però qui sconfitti dal Real Madrid. Il club partecipa per la prima volta alla neonata Coppa dei Campioni nell’edizione 1957-1958, tuttavia viene subito eliminato dal Siviglia. Il nuovo decennio comincia con la conquista del decimo titolo; in panchina c’è nuovamente un allenatore magiaro, Béla Guttmann, che aveva appena vinto il campionato con i rivali del Porto. Il Benfica, nelle cui file figurano Costa Pereira, Mário João, Ângelo, Mário Coluna, Domiciano Cavém e José Águas, partecipa alla Coppa dei Campioni 1960-1961. Qui, anche grazie ai gol del capocannoniere Águas, riesce ad arrivare piuttosto agevolmente alla finale, che si disputa il 31 maggio 1961 a Berna. Ad attenderli c’è il Barcellona di László Kubala, Sándor Kocsis e Luis Suárez, che viene sconfitto per 3-2: arriva così il primo prestigioso trofeo, che nelle cinque precedenti edizioni era sempre stato vinto dal Real Madrid. La stagione si chiude con l’undicesimo titolo. L’annata successiva non si apre nel migliore dei modi per il club, che viene battuto dal Peñarol nella Coppa Intercontinentale: pur sconfiggendo gli uruguaiani per 1-0 a Lisbona perde per 5-0 nel ritorno a Montevideo. Nulla è comunque perduto, perché in base al regolamento dell’epoca è necessario disputare una partita di spareggio. Questa si tiene il 19 settembre 1961 sempre nello Stadio del Centenario, ma termina 2-1 in favore dei sudamericani. L’unico gol dei lusitani viene segnato da un giovane talento mozambicano entrato in rosa nella stagione precedente, anche se fino a quel momento poco utilizzato: Eusébio. Gli anni settanta si aprono con la conquista della quattordicesima Coppa nazionale nel 1970. Il Benfica partecipa così per la prima volta alla Coppa delle Coppe, venendo tuttavia eliminato negli ottavi di finale. A fine stagione conquistano comunque il titolo e si ripetono nei due campionati successivi: sono così venti le affermazioni in totale. Delle tre stagioni, tutte con Jimmy Hagan in panchina, la migliore è quella del 1971-1972: i rossi conquistano in Patria il sesto double della loro storia, mentre in ambito continentale raggiungono le semifinali della Coppa dei Campioni. Fatale è però l’incontro con i campioni in carica e futuri vincitori dell’Ajax di Johan Cruyff, a cui basta un gol nella partita casalinga per eliminarli. In questo periodo il club stabilisce, fatto storico, il record europeo di vittorie consecutive in campionato, ventinove affermazioni di seguito[2][8], dalla venticinquesima giornata del 1971-1972[9] alla ventitreesima del 1972-1973[10], inoltre Eusébio riceve la Scarpa d’oro 1973. La squadra conquista altri tre titoli consecutivi a partire dalla stagione 1974-1975; accede quindi ad altrettante edizioni di Coppa dei Campioni, arrivando in due occasioni a disputare i quarti. Intanto però Eusébio aveva lasciato la squadra nell’estate del 1975 per proseguire la propria carriera nella NASL, di contro avevano già esordito Shéu Han e Manuel Bento. Gli Encarnados tornano a sollevare un trofeo nel 1980, la sedicesima Coppa nazionale. Subito dopo è Lajos Baróti a sedersi sulla panchina del Benfica, che conquista il settimo double nel 1981. Di rilievo è anche il cammino nella Coppa delle Coppe 1980-1981, nella quale viene eliminato in semifinale dai tedeschi orientali del Carl Zeiss Jena. Per la stagione 1982-1983 il club ingaggia invece Sven-Göran Eriksson, chiamato per la prima volta ad allenare lontano dalla Svezia. Il lusitani partecipano alla Coppa UEFA, trofeo che il tecnico ha appena vinto con l’IFK Göteborg e qui, dopo aver eliminato anche la Roma nei quarti, accedono ad una finale europea dopo ben quindici anni. L’ultimo ostacolo è rappresentato dall’Anderlecht, che vince 1-0 la partita di andata in casa e conquista il trofeo con l’1-1 nel ritorno all’Estádio da Luz. La stagione si chiude comunque con la conquista dell’ottavo double, mentre nella successiva arriva il ventiseiesimo titolo; a questo punto Eriksson lascia per approdare alla Roma. Il Benfica conquista nel 1985 la sua prima Supercoppa nazionale; elimina poi la Sampdoria negli ottavi della Coppa delle Coppe 1985-1986 pur venendo fermato ai quarti, ma poco dopo arriva la ventesima coppa nazionale; nella stagione successiva, invece, gli Encarnados conquistano il nono double. Sempre in questo periodo la dirigenza del club decide di terminare il terzo anello dell’Estádio da Luz, che diventa così lo stadio più capiente d’Europa, potendo contenere anche 130.000 spettatori. Inizia ora un periodo in cui il club, pur vantando tra le sue file campioni del calibro di Nuno Gomes, Michel Preud’homme e João Vieira Pinto, non ottiene gli stessi successi del passato: la squadra vince il girone della Champions League 1994-1995, ma trova subito il Milan poi finalista nella fase ad eliminazione diretta e viene così eliminata nei quarti. L’anno successivo gli Encarnados vincono la ventitreesima Taça de Portugal, che sarà però l’ultimo trofeo conquistato per diversi anni. I portoghesi vengono poi eliminati dalla Fiorentina nei quarti nella successiva Coppa delle Coppe, mentre in seguito si qualificano per la fase a gruppi della UEFA Champions League 1998-1999; però, in base al regolamento allora vigente, il secondo posto alle spalle del Kaiserslautern non è sufficiente per avanzare. Sempre in questi anni si registrano sia la peggior sconfitta nelle competizioni europee, un 7-0 col Celta Vigo nel terzo turno della Coppa UEFA 1999-2000, sia il peggior piazzamento di sempre in campionato, il sesto posto nella Primeira Liga 2000-2001. La stagione 2003-2004 può considerarsi l’ultima di quest’epoca, tuttavia è segnata dalla tragica morte del ventiquattrenne Miklós Fehér, avvenuta sul campo il 25 gennaio 2004. Il Benfica subisce una doppia eliminazione in campo europeo per mano di squadre italiane (sconfitta dalla Lazio nel terzo turno preliminare di Champions League, ripescaggio in Coppa UEFA ed eliminazione con l’Inter negli ottavi), mentre le uniche note positive sono l’inaugurazione del nuovo Estádio da Luz, costruito in vista dell’imminente Europeo, e la vittoria della ventiquattresima Coppa nazionale.
Palmarès
Primeira Liga 38
Trofei nazionali 26 Coppe di Portogallo
7 Coppe di Lega portoghese
21 Supercoppe di Portogallo
Trofei internazionali 2 Coppe dei Campioni/Champions League
1 Coppa Latina