Il Deportivo Alavés nacque nel 1921 con il nome di Sport Friends Club, ma il 21 gennaio dello stesso anno il nome fu cambiato in quello attuale, che significa semplicemente “Sportivo Alavés”: alavés è il nome in spagnolo degli abitanti della provincia basca di cui Vitoria-Gasteiz è capoluogo, l’Álava appunto. L’Alavés disputò il suo primo campionato nella stagione 1920-1921 in seconda divisione, ma per attendere la prima promozione si dovette attendere il torneo 1929-30, quando la squadra approdò nella Primera División, dove rimase solo per tre stagioni. Seguì la retrocessione nella Tercera división (la quarta serie del calcio spagnolo) e il club sfiorò in diverse occasioni il fallimento. La prima stagione in Primera dopo tanti anni di assenza fu piuttosto difficile, ma la salvezza ottenuta (per un solo punto) fu la fortuna del club, che nel 1999-2000 conquistò un insperato quanto meritato sesto posto, con conseguente qualificazione in Coppa UEFA, traguardo storico per la società basca. La stagione dell’Alavés fu impreziosita da due vittorie contro il Barcellona. Nel 2000-2001 l’Alavés concluse il campionato al decimo posto e, all’esordio nel palcoscenico europeo, fu protagonista di una storica cavalcata in Coppa UEFA. Nella prima sfida europea, l’Alavés eliminò i turchi del Gaziantepspor, poi estromise tutte le avversarie incontrate (l’Inter agli ottavi di finale[4], i connazionali del Rayo Vallecano ai quarti e il Kaiserslautern in semifinale), arrivando a qualificarsi per la finale contro il Liverpool, giocata al Westfalenstadion di Dortmund il 16 maggio 2001. A prevalere furono gli inglesi al termine di una memorabile partita, chiusasi con il risultato di 5-4 al golden goal. Alle reti di Babbel e Gerrard seguì il temporaneo 2-1 di Iván Alonso, poi McAllister su calcio di rigore riallungò le distanze al 41′. Nei primi minuti della ripresa, tra il 48′ e il 51′, Javi Moreno pareggiò da 3-1 a 3-3 con una doppietta (il secondo gol con un potente calcio di punizione rasoterra). Fowler al 73′ siglò il nuovo vantaggio al Liverpool, che si portò sul 4-3, ma all’89’ il gol di testa di Jordi Cruyff riportò la situazione in equilibrio e si andò ai supplementari sul clamoroso punteggio di 4-4. Al 117′, con l’Alavés appena rimasto in nove contro undici per l’espulsione del capitano Antonio Karmona (precedentemente era stato espulso, sempre con doppia ammonizione, Magno Mocelin), il difensore Geli deviò sfortunatamente di testa nella propria porta una punizione di McAllister, consegnando ai Reds la loro terza Coppa UEFA. Nel 2000-2001 l’Alavés concluse il campionato al decimo posto e, all’esordio nel palcoscenico europeo, fu protagonista di una storica cavalcata in Coppa UEFA. Nella prima sfida europea, l’Alavés eliminò i turchi del Gaziantepspor, poi estromise tutte le avversarie incontrate (l’Inter agli ottavi di finale[4], i connazionali del Rayo Vallecano ai quarti e il Kaiserslautern in semifinale), arrivando a qualificarsi per la finale contro il Liverpool, giocata al Westfalenstadion di Dortmund il 16 maggio 2001. A prevalere furono gli inglesi al termine di una memorabile partita, chiusasi con il risultato di 5-4 al golden goal. Alle reti di Babbel e Gerrard seguì il temporaneo 2-1 di Iván Alonso, poi McAllister su calcio di rigore riallungò le distanze al 41′. Nei primi minuti della ripresa, tra il 48′ e il 51′, Javi Moreno pareggiò da 3-1 a 3-3 con una doppietta (il secondo gol con un potente calcio di punizione rasoterra). Fowler al 73′ siglò il nuovo vantaggio al Liverpool, che si portò sul 4-3, ma all’89’ il gol di testa di Jordi Cruyff riportò la situazione in equilibrio e si andò ai supplementari sul clamoroso punteggio di 4-4. Al 117′, con l’Alavés appena rimasto in nove contro undici per l’espulsione del capitano Antonio Karmona (precedentemente era stato espulso, sempre con doppia ammonizione, Magno Mocelin), il difensore Geli deviò sfortunatamente di testa nella propria porta una punizione di McAllister, consegnando ai Reds la loro terza Coppa UEFA. Alla squadra basca, allenata da José Manuel Esnal, fu comunque tributato l’applauso unanime, non solo di tutto il pubblico presente al Westfalenstadion, ma di tutti gli appassionati di calcio. Alla squadra basca, allenata da José Manuel Esnal, fu comunque tributato l’applauso unanime, non solo di tutto il pubblico presente al Westfalenstadion, ma di tutti gli appassionati di calcio. Nell’annata seguente (2001-2002) l’Alavés si classificò settimo in campionato, qualificandosi nuovamente per la Coppa UEFA, dove stavolta ebbe meno successo, venendo eliminato dal Beşiktaş. Nel 2002-2003 la squadra retrocesse in Segunda Divisiòn. Il 26 gennaio 2003 il club celebrò la propria centesima vittoria nella Liga sconfiggendo per 3-1 il Valladolid e nel 2003-2004 fu semifinalista in Coppa del Re. Rilevato dall’uomo d’affari Dmitrij Pietrman, il club riguadagnò la massima divisione il 12 giugno 2005, ma poi terminò il 2005-2006 al 18º posto, retrocedendo nuovamente in Segunda División per un punto dopo aver cambiato tre allenatori. Piterman, in contrasto con i giocatori e con i tifosi, si defilò nel 2007, con il club sull’orlo del collasso economico per via di un debito di 25 milioni di euro[6]. Nel 2009 l’Alavés precipitò in Segunda División B, la terza divisione spagnola, dove rimase per quattro anni prima di risalire in seconda serie, sotto la gestione del nuovo proprietario José Antonio Querejeta. Dopo sette anni di “purgatorio”, al termine della stagione 2015-2016 la squadra tornò in Primera dopo 10 anni di assenza, superando in classifica all’ultima giornata il Leganés.