Signal Iduna Park di Dortmund
La struttura, che ospita le partite casalinghe del Borussia Dortmund, dispone di 81 365 posti (65 851 dei quali a sedere), che lo rendono il settimo stadio più capiente d’Europa. La Südtribüne, che conta 24 454 postazioni, è la più grande d’Europa nel suo genere. La curva è soprannominata Die Gelbe Wand (“il Muro giallo”) per via della coreografia realizzata dai tifosi locali e dell’altezza considerevole della gradinata, che creano un’atmosfera che ha pochi eguali nel calcio mondiale.
Nella stagione 2011-2012 l’impianto stabilì il record di affluenza media per uno stadio europeo, con circa 1,37 milioni di spettatori totali in 17 partite e una media di 80 588 spettatori a partita.Nel 2015 il Borussia Dortmund ha fatto registrare ben 55 000 abbonati. Il Times, nel 2009, lo ha classificato tra gli stadi più belli al mondo. Lo stadio dispone inoltre di un museo, dedicato alla storia della società ed inaugurato nel 2008. Lo stadio ha ospitato alcune partite del campionato del mondo 1974 e del campionato del mondo 2006 e due finali di Coppa UEFA: l’andata dell’edizione 1992-1993 (in cui la Juventus sconfisse 3-1 i padroni di casa) e la gara unica del 2000-2001, che vide il Liverpool piegare l’Alavés al golden goal. La UEFA lo inserisce nella categoria 4, consentendogli dunque di ospitare la finale di UEFA Champions League o UEFA Europa League.
Stadio di Wembley
Così come il precedente, il nuovo stadio di Wembley è controllato dalla Football Association (FA) i cui uffici amministrativi si trovano nel corpo dell’edificio. Oltre a essere l’impianto d’elezione della nazionale, è anche la sede delle semifinali e della finale della FA Cup e di altre competizioni nazionali calcistiche come Football League Trophy, FA Trophy e FA Vase; tra il 2017 e il 2019 fu utilizzato anche come impianto interno dal Tottenham, mentre in ambito europeo di club ha ospitato due finali di Champions League e una terza è destinato ad accoglierne nel 2024. È anche sede di eventi internazionali, come le finali dei tornei calcistici maschile e femminile dei giochi olimpici di Londra del 2012 e, più recentemente, delle semifinali e la finale del campionato europeo di calcio 2020. Il suo uso non è, tuttavia, limitato al solo calcio: ivi si svolsero le due gare di semifinale della Coppa del Mondo di rugby a 13 2013 e, sempre in tale disciplina, ospita annualmente la finale della Challenge Cup. Nel rugby a 15, invece, fu sede di due gare della fase a gironi della Coppa del Mondo 2015 organizzata dall’Inghilterra. Infine, fin dall’anno d’inaugurazione accoglie gare di football americano delle NFL International Series.
Camp Nou di Barcellona
Di proprietà del Futbol Club Barcelona, ospita gli incontri casalinghi della sua prima squadra dal 1957. Con una capacità di 99 354 spettatori, è l’impianto più capiente di Spagna e d’Europa, davanti al nuovo Wembley di Londra (90 000) e allo stadio Giuseppe Meazza di Milano (81 277).
Fino al 2001 struttura era nota ufficialmente come Estadi del Futbol Club Barcelona. In seguito, un referendum tra i soci del club decretò il cambio del nome in Camp Nou (“campo nuovo” in catalano), denominazione con la quale l’impianto era indicato informalmente dal 1957, anno della sua costruzione in sostituzione del vecchio Camp de Les Corts. Inaugurato il 24 settembre 1957, nel 1998 è stato inserito nella categoria 4 della classificazione UEFA. Vicino all’imponente struttura erano presenti altre installazioni del club come La Masia e il Mini Estadi, lo stadio in cui giocava la seconda squadra del Barcellona. Il Camp Nou ha ospitato due finali di Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: la prima il 24 maggio 1989, quando il Milan sconfisse la Steaua Bucarest per 4-0; la seconda il 26 maggio 1999, in occasione della vittoria del Manchester United sul Bayern Monaco per 2-1. In totale sono cinque le finali europee svoltesi al Camp Nou, a cui si aggiungono le numerose finali di Coppa del Re e le partite delle fasi finali del campionato d’Europa del 1964, del campionato del mondo del 1982 e l’Olimpiade del 1992.
Fußball Arena München, Schlauchboot
Inizialmente lo stadio era in comproprietà tra le due squadre più importanti di Monaco di Baviera, il Bayern Monaco e il Monaco 1860, che si sono divise a metà i costi della costruzione (pari a 340 milioni di euro). Nel 2006 il Monaco 1860 ha venduto le quote dello stadio in suo possesso al Bayern Monaco per 11 milioni di euro, continuando però a giocare nell’impianto fino al 2017, quando è tornato a giocare nel vecchio Grünwalder Stadion.
I diritti di denominazione dell’impianto sono stati ceduti per 30 anni al gruppo Allianz. Lo stadio è stato chiamato FIFA World Cup Stadium Munich durante il Campionato mondiale di calcio 2006, mentre durante le competizioni europee assume il nome di Fußball Arena München come da regolamenti UEFA. È soprannominato Schlauchboot (gommone), per via della sua caratteristica forma.
Questo stadio possiede un design molto innovativo: nella circonferenza sono infatti incastrati dei led che illuminano la parte esterna dello stadio a seconda dell’evento che lo occupa.
Stadio Azteca di Città del Messico
Lo stadio è noto anche come Santa Úrsula (in quanto sorge nell’omonimo quartiere), da cui Coloso de Santa Úrsula, e come stadio Guillermo Cañedo, ma il suo nome ufficiale è Azteca come tributo alla storica civiltà degli Aztechi. L’impianto è l’unico ad aver ospitato due finali del campionato mondiale di calcio, nel 1970 e nel 1986 (la partita Brasile-Uruguay dell’edizione del 1950 giocata al Maracanã non può essere considerata una finale in quanto fu semplicemente l’ultima gara del girone). Risulta essere lo stadio ad aver ospitato complessivamente più partite della fase finale di un mondiale, 19, ripartite nelle edizioni del 1970 e 1986 . Tale record è destinato ad aumentare in seguito all’assegnazione dell’edizione del 2026 alla candidatura congiunta Messico-Stati Uniti-Canada, che include lo stadio fra quelli previsti ad ospitare partite nella fase finale. Fu anche sede della finale del torneo olimpico di calcio del 1968 oltre che della CONCACAF Gold Cup, ma la sua fama è legata all’incontro di semifinale del campionato mondiale del 1970 tra le Nazionali di calcio di Italia e Germania Ovest, conclusasi 4-3 a favore dei primi e passata alla storia come Partita del secolo; sedici anni più tardi fu anche teatro al contempo sia del goal segnato con una mano da Diego Maradona alla formazione dell’Inghilterra e, pochi minuti più tardi, di quello, realizzato dallo stesso giocatore, giudicato in seguito come gol del secolo.
La Bombonera Estadio Alberto José Armando di Buenos Aires
Delpini, in équipe con gli architetti Viktor Sulčič (di origini slovene nacque a Santa Croce nei pressi di Trieste il 2 agosto 1895 e morì il 9 settembre 1973 a Buenos Aires) e Raul Bes, vinse nel 1932 il concorso per la realizzazione del nuovo impianto del Boca, ispirato ai canoni del razionalismo italiano ed in particolare al Franchi di Firenze, il cui progetto era in esposizione proprio in quel periodo a Baires. Lo stadio fu inaugurato il 25 maggio 1940 con una partita amichevole tra Boca Juniors e San Lorenzo (2-0 il risultato finale). La prima partita ufficiale si disputò il 2 giugno 1940 quando il Boca Juniors affrontò il Newell’s Old Boys vincendo per 2-0. Nel 1949 iniziò la costruzione dell’ultima parte dello stadio, che terminò nel 1952, quando fu completato il terzo anello di gradinate. Nello stesso anno fu inaugurata l’illuminazione artificiale. Nel 1996 ci fu un grande rinnovamento dello stadio che restrinse la capienza originaria di 60 000 posti fino a 57 395. I palchi originari furono demoliti e sostituiti da una nuova tribuna sormontata da 130 nuovi palchi, più ampi e con una visibilità migliore. Nel 2001 fu inaugurato il Museo de la pasiòn boquense, dove è possibile ammirare tutti i trofei della storia del club argentino. Nel 2002 infine fu dato l’attuale nome all’impianto, fino ad allora chiamato Estadio Camilo Cichero, nome di un altro presidente del Boca.
Nel 2019 sono stati presentati progetti per la sua ristrutturazione d’ampliamento, miglioramento ed adeguamento agli standards di massimo confort possibile per gli spettatori, che comprendono anche la copertura completa degli spalti. Secondo i video “working progresses” dei progetti presentati verrebbero abbattuti gli spalti del lato sopra la Calle del Valle Iberlucea e sostituiti col nuovo settore a gradinate a tre anelli collegati ed uniformati a quelli già presenti, il tutto sormontato da una copertura trasparente fotovoltaica, da formare così un catino, a perfetta forma di Bombonera dai colori sociali Azul y Oro.
Old Trafford
L’Old Trafford ospita gli incontri casalinghi dello United dal 1910, eccezion fatta per gli anni tra il 1941 e il 1949 a causa del bombardamento subito nella seconda guerra mondiale. Durante tale periodo la squadra condivise il Maine Road con il Manchester City, altro club di Manchester.
Lo stadio subì varie ristrutturazioni negli anni novanta e negli anni duemila; l’aggiunta di un ordine di gradinate nella North, West e East stands ha riportato l’impianto alla sua originaria capacità di quasi 80.000 spettatori. Probabili nuovi interventi riguarderanno la costruzione di una seconda gradinata anche nella South Stand (attualmente l’unica tribuna che ne è sprovvista) che porterebbe la struttura a raggiungere 88.800 posti a sedere, mentre con l’aggiunta di un terzo anello si arriverebbe a 92.300 (questo tenendo già in conto che entro il 2020 2.300 posti andranno persi per delle migliorie nei settori dedicati alle persone con handicap). Il record di spettatori fu registrato nel 1939, quando 76.962 paganti seguirono la semifinale di FA Cup tra Wolverhampton Wanderers e Grimsby Town. L’Old Trafford ha ospitato varie semifinali di FA Cup come sede neutrale, ma anche partite internazionali della Nazionale inglese durante la ricostruzione di Wembley, incontri dei Mondiale 1966 e dell’Europeo 1996, oltre alla finale di Champions League 2003. Oltre all’uso calcistico, è stato scena delle Super League Grand Final di rugby a 13 dal 1998 e della finale di Coppa del Mondo di rugby a 13 due anni più tardi.
City of Manchester Stadium
L’idea originaria di un nuovo stadio prese corpo a fine anni ottanta quando Manchester si candidò a ospitare i Giochi della XXVI Olimpiade del 1996, successivamente assegnati ad Atlanta: in quell’occasione si ipotizzò di realizzare uno stadio di circa 80000 posti nella periferia occidentale della città. Totalmente diverso fu altresì l’approccio in preparazione della candidatura per i XVII Giochi Olimpici del 2000, nella quale lo stadio fu previsto a Eastland, una zona degradata della periferia orientale della città bisognosa di radicale risanamento. La città coinvolse anche il governo centrale, che si adoperò fin dal 1992 per finanziare l’acquisto e la bonifica dell’area e rafforzare la candidatura di Manchester, che fu presentata nel 1993, benché senza successo per via dell’assegnazione delle olimpiadi a Sydney. Nonostante il fallimento della candidatura olimpica, tuttavia, il progetto dello stadio nella zona di Eastland, preparato dalla società d’ingegneria Arup, fu riproposto sostanzialmente immutato nella candidatura a ospitare i XVII Giochi del Commonwealth del 2002. Il consiglio cittadino aveva un progetto ben più ambizioso di quello, limitato nel tempo, di ospitare una manifestazione sia pure prestigiosa come i Giochi del Commonwealth, che infine gli furono assegnati nel 1994: nelle intenzioni dei governanti locali l’edificio in progettazione avrebbe dovuto infatti diventare il nuovo stadio nazionale del calcio superando l’obsoleto Wembley o, quantomeno, diventare una sede alternativa a pari rango dello stadio londinese per gli incontri dell’Inghilterra; a vanificare completamente tale obiettivo fu la decisione della Football Association di demolire Wembley per ricostruirlo ex-novo e riconfermarlo stadio nazionale. Rimase quindi irrisolto l’interrogativo di come impiegare la struttura una volta terminati i Giochi del Commonwealth, finché si giunse a un accordo di massima con il locale club cittadino del Manchester City, il cui vecchio Maine Road, con quasi ottant’anni di attività, incontrava sempre maggiori difficoltà a a soddisfare le mutate esigenze di pubblico e i nuovi standard imposti dalla Premier League agli impianti dei propri club: dopo lavori di riadattamento da stadio multisportivo a impianto calcistico il Manchester City avrebbe preso lo stadio in affitto come nuova sede delle proprie gare interne.
Parco dei Principi
La zona del Parco dei Principi è un’area, oggi facente parte del comune di Boulogne-Billancourt, utilizzata prima della Rivoluzione come terreno privato di caccia e di diporto da parte dei re di Francia e dei principi reali. Si ritiene che il nome Parc des Princes derivi proprio da tale uso, anche una volta che il parco, passato allo Stato, divenne meta della borghesia parigina. Parte del territorio del parco passò nella giurisdizione della municipalità di Parigi nel 1860 per decreto amministrativo di accorpamento comunale di Napoleone III. Il primo stadio del Parco dei Principi fu un velodromo, inaugurato il 19 luglio 1897 sebbene con limitazioni all’accesso per ragioni di sicurezza, cosa che ne ridusse l’ingresso a 7 000 spettatori; una settimana più tardi tali limitazioni caddero e la prima riunione di ciclismo che ivi ebbe luogo si svolse davanti a 15 000 spettatori. Il 14 novembre di quello stesso anno ebbe luogo al Parco dei Principi il primo incontro di rugby, un’amichevole tra una selezione cittadina chiamata Union athlétique du 1er arrondissement contro gli inglesi dello Swindon R.F.C. e il 26 dicembre fu la volta del calcio, disciplina nella quale si affrontarono anche in tale occasione una compagine parigina, il Club Français, contro una squadra d’Oltremanica, i londinesi English Ramblers. A livello di club invece ha ospitato le finali delle tre maggiori competizioni dell’UEFA (le Coppe dei Campioni 1974-75 e 1980-81, la Coppa delle Coppe 1977-78 e 1994-95 e la Coppa UEFA 1997-98), nonché la finale di Coppa Europa di rugby (2000-01). Nella configurazione precedente all’attuale aveva ospitato gare del campionato mondiale di calcio 1938 e la finale del campionato europeo di calcio 1960, nonché la finale di coppa dei Campioni 1955-56, quella del Torneo FIRA di rugby a 15 1937 e quella della coppa del Mondo di rugby a 13 1954. La nazionale francese di rugby esordì il 1º gennaio 1906 disputando in tale stadio un test match contro la Nuova Zelanda; un anno prima, il 12 febbraio 1905 quella di calcio vi aveva disputato contro la Svizzera il suo primo incontro interno, secondo assoluto della sua storia. Dopo le olimpiadi di Parigi del 1924, in cui il Parco dei Principi non fu utilizzato, il comune di Parigi firmò un accordo di concessione quarantennale dello stadio alla rivista sportiva l’Auto (in seguito confluita nel quotidiano L’Équipe) con un canone pari al 4% dei ricavi.
Stadio Santiago Bernabéu
Lo stadio fu inaugurato il 14 dicembre 1947 con una partita tra il Real Madrid Club de Fútbol e i portoghesi Belenenses, venendo battezzato come Nuevo Estadio Chamartín. L’impianto aveva una capacità di 75.145 spettatori, dei quali 27.465 a sedere (7125 coperti) e 47.500 in piedi (2000 coperti). Sabino Barinaga fu il primo a realizzare un gol nel nuovo stadio nella partita inaugurale che terminò 3-1 a favore del Real Madrid. In questo decennio il Real vinse la Coppa del Generalissimo (1946 e 1947).
Stamford Bridge
La struttura, progettata dall’architetto Archibald Leitch e inaugurata nel 1877, ospitò fino al 1904 competizioni di atletica leggera. Dopo l’acquisizione da parte dei fratelli Joseph e Gus Mears, lo stadio fu proposto alla squadra del Fulham, la quale, però, declinò l’offerta. A questo punto, i neoproprietari dovettero scegliere se vendere il terreno appena acquistato o fondare una nuova squadra: venne così scelta la seconda opzione, e i due fratelli fondarono una nuova formazione, il Chelsea, che iniziò a competere da professionista partendo dalla Second Division nella stagione 1905-1906. Inizialmente, l’edificio era in grado di ospitare all’incirca 100 000 spettatori, caratteristica che lo rendeva il secondo stadio più capiente d’Inghilterra. Grazie anche alla sua grandezza, la struttura ebbe il privilegio di ospitare le finali di FA Cup dal 1920 al 1922, salvo poi essere sostituita dal Wembley Stadium, situato sempre a Londra. Nel 1930, grazie ad alcuni lavori di ristrutturazione, venne eretta la cosiddetta Shed End, la quale sarebbe divenuta, negli anni a venire, il punto di ritrovo degli hooligan del Chelsea. Il nome di questa frangia dello stadio deriva probabilmente dal proprio tetto, simile ad una lamiera di ferro ondulata. Questa parte dello stadio venne demolita nel 1994 poiché fuori dalle normative allora vigenti nel Regno Unito, ma venne successivamente riedificata nel 1997. Nel 1939 venne costruita anche la North Stand come prolungamento a nord-est della East Stand. Come la Shed End, venne anch’essa demolita (anche se già nel 1975), per poi essere riedificata e nuovamente abbattuta nel 1993. Durante la stagione 1964-1965, una delle migliori nella storia del Chelsea, venne riammodernata anche la West Stand, riducendo la sua capienza. Essa fu l’ultima parte dello stadio ad essere demolita nei lavori di ristrutturazione degli anni novanta, precisamente nel 1998. La proprietà a capo del Chelsea negli anni settanta si propose ambiziosamente di rendere lo Stamford Bridge lo stadio più moderno del Regno Unito, portando inoltre la sua capienza a 50 000 posti, ma i suoi interventi sulla struttura misero in crisi la stabilità finanziaria della società, che in quegli anni fu costretta a vendere i propri migliori giocatori, venendo oltretutto retrocessa in Second Division. Con il club in crisi, i proprietari presero la decisione di vendere il terreno di Stamford Bridge ad un gruppo di promotori immobiliari. Nel 1992, a conclusione di un intero decennio di incertezza sul futuro della struttura caratterizzato da aspre dispute legali e da una lunga campagna chiamata Save the Bridge (ovvero Salvate il Bridge, con riferimento allo stadio), il nuovo presidente Ken Bates riuscì a scalzare i promotori immobiliari e fuse la proprietà fondiaria assoluta con il club. Egli riuscì nel proprio intento approfittando delle difficoltà dei promotori in seguito ad un crollo del mercato e stringendo un accordo con le loro banche. A quel punto, fu fondata la società nota come Chelsea Pitch Owners (in italiano Possessori del Campo del Chelsea), che nel 1997 acquistò la proprietà fondiaria assoluta dello stadio, i diritti di denominazione del club e il campo, in modo tale da evitare in futuro una situazione dannosa come quella precedente. Sistemata la questione legale, poterono iniziare già dal 1994 i lavori di rinnovamento dell’intero impianto (esclusa la East Stand), i cui posti furono resi tutti a sedere. Inoltre si avvicinarono le tribune al terreno di gioco e furono edificate le coperture, operazioni poi ultimate entro l’inizio del nuovo millennio.
La Peineta Estadio Olímpico de Madrid
Lo stadio Wanda Metropolitano (fino al 2016 Stadio Olímpico) fu inaugurato il 6 settembre 1994 come stadio di atletica leggera sotto la proprietà della comunità autonoma di Madrid, per poi passare nel 2002 al comune di Madrid. A partire dalla stagione 2017-2018 diventa il nuovo stadio dell’Atlético Madrid. È il terzo stadio spagnolo per capienza dopo il Camp Nou e il Santiago Bernabéu. A partire dagli anni cinquanta i colchoneros incominciarono ad acquisire notorietà a livello internazionale grazie ai risultati ottenuti nelle neonate coppe europee: nella stagione 1958-1959 l’Atlético ebbe modo di esordire in Coppa dei Campioni grazie alla simultanea vittoria nella manifestazione da parte dei rivali cittadini del Real Madrid, i quali fermeranno in semifinale il cammino dei colchoneros. Nel 1962 l’Atlético Madrid vinse invece il suo primo trofeo internazionale sconfiggendo la Fiorentina nella finale di Coppa delle Coppe. In campo nazionale l’Atlético Madrid si dimostrò l’unica squadra in grado di contrastare l’egemonia del Real Madrid vincendo nelle stagioni 1965-1966, 1969-1970, 1972-1973. Nella stagione successiva alla vittoria di quest’ultimo campionato i colchoneros si resero protagonisti di un cammino in Coppa dei Campioni che li portò fino alla finale contro il Bayern Monaco: al termine di una partita combattuta l’Atlético Madrid fu raggiunto a pochi secondi dal termine dopo essere passato in vantaggio a metà del secondo tempo supplementare. La ripetizione, giocata due giorni dopo, vide i tedeschi prevalere per 4-0. Nonostante la vittoria mancata in Coppa dei Campioni i colchoneros ebbero la possibilità di giocarsi la Coppa Intercontinentale in seguito alla rinuncia del Bayern Monaco. L’Atlético Madrid vinse il trofeo battendo gli argentini dell’Independiente, rimontando nella gara di ritorno l’1-0 subito all’andata in Argentina.
Liverpool Anfield
Nel 1882 l’Everton, squadra anch’essa di Liverpool, fu obbligata per regolamento a dotarsi di un proprio impianto sportivo per le gare interne. La scelta cadde su un campo da gioco in affitto a Priory Road. Ma due anni dopo il contratto d’affitto non fu rinnovato e la squadra dovette cercare un altro stadio casalingo. John Houlding, un produttore di birra, convinse un suo amico birraio, John Orrell, a concedere al club l’uso di un terreno ad Anfield Road, non lontano da Stanley Park, il luogo dove l’Everton giocava le sue prime partite. Il 28 settembre 1884 si tenne ad Anfield il primo incontro, Everton – Earlstown 5-0. Negli otto anni successivi, Houlding investì denaro nel club e finanziò la costruzione di tribune e servizi per il campo di gioco, nonché un albergo in prossimità di esso. Si arrivò a 8 000 spettatori per gara e, quando nel 1888 nacque la Football League, della quale l’Everton fu socio fondatore, Houlding insistette perché i giocatori del club usassero i servizi del suo albergo per cambiarsi prima e dopo le gare e aumentò anche il tasso d’interesse dei suoi finanziamenti al club. A quel punto John Orrell minacciò la revoca del permesso di usufrutto del terreno a meno di radicali cambiamenti: Houlding propose la formazione di una società a responsabilità limitata per l’acquisto e la gestione del terreno (confinante con un fondo di sua proprietà e dal quale avrebbe voluto trarre profitto). Ma la proposta fu rifiutata e al club venne notificato lo sfratto decorrente dal termine della stagione. L’Everton decise di andarsene comunque e nel marzo 1892 trovò un terreno in vendita a Goodison Park, a circa un miglio di distanza dal vecchio impianto di Stanley Park, e lo acquistò per 8 000 sterline. Goodison Park è tuttora lo stadio di casa dell’Everton. Houlding non si perse d’animo, e fondò il Liverpool Association Football Club (presto trasformato semplicemente in Liverpool Football Club) nel marzo 1892. Il 1º settembre di quello stesso anno, mentre l’Everton giocava la sua prima partita a Goodison Park, il Liverpool faceva il suo esordio ad Anfield, un’amichevole contro il Rotherham Town, vinta 7-1. Ma, a fronte di un Goodison Park gremito di 10 000 spettatori, sugli spalti di Anfield vi era solo qualche centinaio di persone. Solo duecento spettatori o poco meno, infatti, assistettero al secondo match interno del Liverpool, un 8-1 contro l’Higher Walton in Lancashire League. Da quel momento, tuttavia, il Liverpool iniziò ad attrarre sempre più gente e già tremila spettatori videro il Liverpool battere lo Stockton il 10 settembre 1892 e andare in testa al campionato. Iniziò quindi la lunga rivalità tra Everton e Liverpool, che dura ancora ai giorni nostri.
Amsterdam Arena
L’Amsterdam Arena fu concepita per sostituire lo stadio De Meer, che aveva ospitato per 62 anni le partite dell’Ajax, ma era ormai ritenuto troppo piccolo e obsoleto. In un primo momento si pensò di inaugurare lo stadio in tempo per le Olimpiadi del 1992, poi assegnate alla città di Barcellona. I lavori di costruzione dell’impianto iniziarono quindi nel 1993: la posa della prima pietra risale al 26 novembre di quell’anno. Il 24 febbraio 1995 fu raggiunto il punto più alto della costruzione, con la realizzazione del moderno tetto retrattile. La Amsterdam Arena fu il primo stadio europeo a dotarsi di tetto retrattile, sostenuto da due pannelli del peso di circa 400 tonnellate l’uno e delle dimensioni di 40 x 118 metri. I pannelli possono chiudere e riaprire lo stadio in 18 minuti, grazie all’aiuto di otto motori. Lo stadio fu inaugurato il 14 agosto 1996, alla presenza della regina Beatrice, con un’amichevole fra l’Ajax e il Milan, che vide la vittoria per 3-0 degli italiani di fronte a 52 000 spettatori. Il primo gol della storia dell’impianto fu segnato da Dejan Savićević.. Il 25 aprile 2017 fu resa nota la decisione di intitolare lo stadio a Johan Cruijff in memoria del fuoriclasse olandese, venuto a mancare l’anno precedente. Il 9 agosto seguente fu comunicato che il cambio di nome sarebbe stato effettivo dal 25 ottobre 2017, ma per questioni burocratiche l’entrata in vigore della nuova denominazione fu, come reso noto il 5 aprile 2018, rimandata all’inizio della stagione agonistica 2018-2019, nell’agosto 2018.