La storia del Liverpool è legata alle vicende di Anfield, lo stadio di casa dell’Everton. Originariamente lo stadio era utilizzato dall’Everton, altro club professionistico di Liverpool, nato nel 1878 e tra i fondatori della Lega Calcio inglese. Quando l’Everton giudicò troppo alto il canone d’affitto dell’impianto, decise di lasciarlo per trasferirsi a Goodison Park.
L’usufruttuario del terreno, John Houlding, decise quindi di fondare un nuovo club calcistico che registrò alla Camera di Commercio di Londra come Everton FC and Athletic Ground plc, abbreviato in Everton Athletic (in ragione del fatto che l’originale Everton non aveva ancora una ragione sociale formalmente registrata); tuttavia, il Consiglio Calcistico (il prodromo della Lega Calcio) non accettò di iscrivere la nuova squadra finché avesse tenuto quel nome e, di conseguenza, il 15 marzo 1892 il neonato club fu battezzato Liverpool Association Football Club e, poco dopo, solo Liverpool Football Club.
Il club vinse la Lancashire League nella sua prima stagione e riuscì con successo a iscriversi al campionato di Second Division nella stagione successiva. La squadra vinse il campionato al primo tentativo venendo promossa in First Division, la massima serie di allora. Nel 1900-1901 vinse il suo primo titolo, successo bissato nel 1905-1906. Nel 1914 il club raggiunse per la prima volta nella sua storia la finale di FA Cup perdendola per 1-0 contro il Burnley. La squadra non lasciò grande impronta di sé nel periodo tra le due guerre, se si eccettua il biennio sportivo 1921-1923, che vide il Liverpool vincere la sua prima serie di titoli consecutivi. Quei due titoli furono tuttavia il prologo al periodo più infruttuoso della storia dei Reds: quasi un quarto di secolo, interrotto solo dopo la fine della guerra, nel 1947.
Il declino e la retrocessione
Il titolo vinto nel 1947 il quinto, sembrò aver ridato lustro al club, ma fu un trionfo isolato. Nel 1950 il club perse la finale della Coppa d’Inghilterra e due anni più tardi registrò il record di 61.905 spettatori in occasione del quinto turno della stessa manifestazione contro il Wolverhampton Wanderers. Una serie di campionati molto al di sotto delle aspettative portarono il Liverpool sempre più in basso, finché nel 1954 giunse la retrocessione in Seconda Divisione dopo 61 anni di massima serie. Il quinquennio successivo fu il periodo più oscuro della storia del club, con la squadra fuori dal grande giro e l’onta di un 1-9 subìto a opera del Birmingham City nel dicembre del 1954, con l’eliminazione nei quarti di finale della Coppa d’Inghilterra del 1957 ad opera del Southend United. In compenso arrivò la vittoria per 4-0 sui rivali cittadini dell’Everton nel corso della Coppa d’Inghilterra 1954-1955.La resurrezione
Quando nel 1959 lo scozzese Bill Shankly fu chiamato a prendere in mano il Liverpool, la squadra proveniva, come detto, da uno dei punti più bassi della sua storia. In tre stagioni Shankly riuscì a riportare i Reds in Prima Divisione e costruì la base per i successi futuri: nel 1963-1964 giunse il sesto titolo di campione d’Inghilterra, il primo dopo diciassette anni. L’anno successivo il Liverpool arrivò fino alla semifinale di Coppa dei Campioni: dopo aver prevalso all’andata per 3 a 1 sull’Inter, al ritorno i Reds subirono la clamorosa rimonta dei neroazzurri che ebbero la meglio per 3 a 0. Il 1965 fu anche l’anno della prima Coppa d’Inghilterra[10], ottenuta battendo 2-1 a Wembley il Leeds United. Ad essa seguì, l’anno successivo (1966) il settimo titolo inglese, la terza Charity Shield consecutiva e la prima finale europea, quella di Coppa delle Coppe, persa per 2-1 contro il Borussia Dortmund. Furono in totale 15 gli anni di Bill Shankly alla guida del Liverpool: prima di ritirarsi, nel 1974, lasciò alla squadra l’ottavo titolo nazionale (1973) e, prima di questo, la Coppa UEFA 1972-1973, che apriva al club la strada del dominio continentale.La conquista dell’Europa
A prendere il posto di Shankly fu il suo vice Bob Paisley,sempre al fianco del tecnico scozzese nei suoi quindici anni alla guida della squadra. Grazie anche all’ossatura predisposta da Bill Shankly, Paisley poté disporre di una squadra formata da elementi di sicuro valore come il portiere Clemence, i difensori Neal e Alan Kennedy, i centrocampisti Case, Hughes e McDermott, gli attaccanti Ray Kennedy, Toshack e, su tutti, la classe di Kevin Keegan. Dopo aver portato a casa l’accoppiata titolo nazionale (il nono) e Coppa UEFA (la seconda in quattro anni) nel 1976, il Liverpool giunse alla finale di Roma della Coppa dei Campioni l’anno successivo, contro il Borussia Mönchengladbach, già battuta nella finale di Coppa UEFA del 1973. I Reds vinsero 3-1 e si laurearono campioni d’Europa per la prima volta, successo che replicarono l’anno successivo nella finale di Wembley contro i belgi del Bruges, curiosamente già battuti anche loro nella finale di UEFA, stavolta di due stagioni prima. Keegan, dopo questi successi, lasciò il Liverpool nel 1977 per andare a giocare in Germania, nell’Amburgo, e il suo posto fu preso dallo scozzese Kenny Dalglish detto King, e la squadra continuò a ottenere successi: fino al 1983, l’anno del suo ritiro, Paisley vinse ancora un’altra Coppa dei Campioni (a Parigi nel 1981 contro il Real Madrid, grazie alla quale è stato il primo tecnico di club a essersi laureato tre volte campione d’Europa, record eguagliato solo nel 2014 da Carlo Ancelotti e nel 2018 da Zinédine Zidane), tre titoli nazionali, tre Coppe di Lega consecutive e una Supercoppa d’Europa.
Palmarès
Titoli d’Inghilterra 19
Coppe d’Inghilterra 7
Coppe di Lega inglesi 8
Charity/Community Shield 15
Trofei internazionali 6 Coppe dei Campioni/Champions League
3 Coppe UEFA/Europa League
4 Supercoppe UEFA
1 Coppe del mondo per club