Fino agli anni 1950 la nazionale francese non ottenne risultati notevoli. La prima partita dei Bleus risale al 1904 contro il Belgio e terminò 3-3. La Francia partecipò a tutte e tre le edizioni della Coppa del mondo precedenti alla seconda guerra mondiale: al campionato del mondo 1930 Lucien Laurent segnò il primo gol nella storia dei mondiali, nella partita vinta per 4-1 contro il Messico; al campionato del mondo 1934 la nazionale francese fu eliminata 3-2 dall’Austria agli ottavi di finale e al campionato del mondo 1938 giunse ai quarti di finale dell’edizione disputata in casa, dove fu eliminata dall’Italia, che la sconfisse con il punteggio di 3-1. Nelle eliminatorie del campionato del mondo 1950 la nazionale francese fallì per la prima volta la qualificazione al mondiale (eliminata dalla Jugoslavia) e non accettò l’invito a prendervi parte pervenuto in seguito al forfait di alcune nazionali al mondiale. Tornò alla Coppa del mondo a Svizzera 1954, dove, pur inserita nel lotto delle teste di serie, fu eliminata al primo turno.
Da Fontaine a Platini
Il campionato del mondo 1958 fu il primo in cui la Francia raggiunse un traguardo di rilievo: i Bleus furono sconfitti soltanto in semifinale dal Brasile, per poi chiudere sul podio, sconfiggendo la Germania per 6-3 nella finale per il terzo posto. L’attaccante Just Fontaine in 6 partite realizzò ben 13 gol, cifra che rappresenta ancora oggi un primato per la fase finale di un mondiale. In quel periodo l’ossatura della squadra era composta in gran parte da giocatori o ex giocatori del forte Stade de Reims come Raymond Kopa, Robert Jonquet, Roger Marche e Just Fontaine, cui si aggiungeva Roger Piantoni.Al campionato d’Europa 1960, prima edizione della manifestazione continentale, la Francia giunse tra le prime quattro, ma, priva di Fontaine, autore di cinque reti tra ottavi e quarti che si erano svolti in partite di andata e ritorno, perse la semifinale contro la Jugoslavia per 5-4. Nella finale per il terzo posto la squadra francese fu superata dalla Cecoslovacchia per 2-0. Dopo questo risultato, cominciò un lungo periodo buio per l’équipe de France, che collezionò mancate qualificazioni alle fasi finali dei campionati del mondo e campionati europei, con l’unica eccezione del campionato del mondo 1966, che la vide presente alla fase finale, ma eliminata al primo turno. A partire dalla seconda metà degli anni settanta, la nazionale visse una fase di progressiva ripresa, culminata con la qualificazione al campionato del mondo 1978, dove la selezione francese, tuttavia, venne eliminata al primo turno.
Negli anni 1980 vi furono notevoli progressi, grazie a giocatori come Michel Platini, Dominique Rocheteau, Marius Trésor, Alain Giresse e Luis Miguel Fernández. I Bleus si piazzarono quarti al mondiale di Spagna 1982 con il CT Michel Hidalgo e terzi a quello di Messico 1986 sotto Henri Michel, venendo sconfitti in entrambe le occasioni in semifinale dalla Germania Ovest. Nel frattempo la Francia del CT Hidalgo vinse il suo primo titolo europeo nell’edizione casalinga di Francia 1984, battendo in finale la Spagna per 2-0.
Crisi e generazione d’oro
Il mondiale messicano del 1986 segnò la fine di una generazione di talenti che molti osservatori ritenevano irripetibile. Dopo quella edizione della coppa del mondo lasciarono la nazionale Dominique Rocheteau, Maxime Bossis e Alain Giresse e, un anno più tardi, quando già erano iniziate – male – le qualificazioni per l’europeo del 1988, anche Platini.La fine del precedente ciclo fu troppo brusca e per la selezione francese si aprì una fase buia. Fallita malamente la qualificazione al campionato d’Europa 1988, la nazionale fu affidata con grandi aspettative al commissario tecnico, Platini, ma non riuscì a ottenere la qualificazione al campionato del mondo 1990 e, nonostante un’autorevole qualificazione al campionato d’Europa 1992 (con 19 risultati utili consecutivi ottenuti tra l’aprile del 1989 e il novembre 1991), uscì al primo turno della rassegna svoltasi in Svezia, risultato che spinse Platini a dimettersi. La crisi proseguì con la mancata qualificazione al campionato del mondo 1994, sfumata clamorosamente a causa di una sconfitta interna contro la Bulgaria, maturata all’ultimo minuto di gioco dell’ultima giornata delle eliminatorie.
La rinascita della Francia ebbe come artefice il nuovo c.t. Aimé Jacquet, assunto inizialmente in maniera provvisoria, poi in modo definitivo dopo una striscia di 30 partite senza sconfitte. Sfidando l’opposizione dell’estrema destra e la costante ascesa di Jean-Marie Le Pen, egli mise in piedi una Francia multietnica, con giocatori nati lontano dai confini transalpini o comunque discendenti da altri popoli, e accantonò alcune storiche “bandiere” del passato per far spazio a un nuovo gruppo di giocatori. Tra questi spiccava il nome di Zinédine Zidane, talentuoso centrocampista di origini algerine, su cui Jacquet modellò la sua Francia. Al campionato d’Europa 1996 in Inghilterra, i Blues raggiunsero le semifinali, dove furono sconfitti ai tiri di rigore dalla Rep. Ceca; per i francesi fu il miglior risultato in un grande torneo dal 1986. Fu l’inizio della cosiddetta generazione d’oro del calcio francese, che di lì in pochi anni fu artefice di grandi affermazioni internazionali in virtù dell’apporto di grandi campioni